Unità mobile per prevenzione patologie correlate diurna – Stazione Tiburtina
Il progetto “UNITA’ MOBILE PER PREVENZIONE PATOLOGIE CORRELATE DIURNA – STAZIONE TIBURTINA” è finanziato dalla ASL RM2 ed è gestito dall’ Associazione La Tenda ETS, come capofila, e dalla Cooperativa Sociale “Il Cammino”. Questo progetto si presenta come la continuazione di un progetto di riduzione del danno per tossicodipendenti attivi avviato sin dal 1994 dall’ Associazione La Tenda nelle zone: Monte del Pecoraro, Pietralata, Tor Cervara, P. Togliatti e Stazione Tiburtina.
La scelta dell’area della stazione Tiburtina nasce da un lavoro di mappatura del territorio, che ha individuato una presenza cospicua di soggetti che presentano diverse problematiche socio/sanitarie legate all’abuso di sostanze stupefacenti o di alcol, oltre a vivere la condizione di essere senza fissa dimora o comunque fortemente marginalizzati.
Per andare incontro a questa molteplicità di aspetti di fragilità, il servizio deve mantenere quelle caratteristiche di flessibilità e capacità di ridefinizione, che sono fondamentali per riuscire a rispondere alla grande complessità di bisogni e richieste di un’utenza così varia e in continua evoluzione.
L’equipe dell’Unità Mobile, è multidisciplinare (medici, psicologi, OSS), questo per consentire di accogliere un’utenza così variegata come quella che orbita intorno alla Stazione Tiburtina, che porta bisogni e richieste legate sia ad aspetti sociali che sanitari.
Intendiamo per tali gli utenti che presentano un abuso di sostanze stupefacenti per via parenterale e non, e che richiedono una strumentazione sanitaria quale: siringhe, acqua per preparazioni iniettabili, disinfettanti e altro. Il servizio offre inoltre, a questi soggetti, una vasta gamma di opportunità che non sono riducibili unicamente allo scambio di siringhe. Attraverso la presenza di un’equipe multidisciplinare, gli interventi sono rivolti a valorizzare le risorse individuali, offrendo un valido ed efficace ascolto alle diverse problematiche portate dall’utenza. Tra i fini principali vi è quello di indirizzare il maggior numero di utenti presso i centri in grado di accogliere le loro esigenze primarie e di offrire una risposta adeguata ai loro bisogni.
Gli anni di presenza alla Stazione ci hanno portati a una riflessione, che partiva dall’assoluta impossibilità di continuare a non occuparsi di un fenomeno che ha visto negli ultimi anni una reale esplosione.
Il tentativo di presa in carico di soggetti alcolisti, in particolar modo provenienti dall’Est Europeo, rappresenta il voler evitare la collusione con un sistema che li vorrebbe sempre più ai margini, e quasi invisibili, nascosti nel degrado di una stazione che si muove troppo in fretta.
L’obiettivo è far emergere il sommerso, un sommerso in questo caso sicuramente scomodo, ma che fa sempre di più parte dei principali disagi delle nostre aree urbane.
Le richieste principali sono legate all’aspetto sanitario: questa popolazione tende, infatti, a sviluppare patologie sia correlate all’abuso di alcol che legate alle precarie condizioni igienico/sanitarie.
Si parla comunque di macro-categorie perché molti dei casi trattati si collocano in uno spazio d’intersezione tra le due aree, presentando problematiche multiple o portandone a volte di nuove. Sono comunque tipologie di utenza accomunate da una simile condizione di marginalità, oltre ad avere importanti problemi bio-psico-sociali legati principalmente all’abuso di sostanze stupefacenti e di alcol.
Nello specifico il servizio ha i seguenti obiettivi:
Offrire interventi sanitari e sociali essenziali, rappresenta una prima presa in carico e permette la costruzione di un rapporto di fiducia, che consente di attuare un invio più mirato e con esito spesso positivo
La riduzione del danno è per definizione una politica tesa a ridurre le conseguenze sociali, economiche e mediche derivate dall’uso di sostanze psicotrope senza che sia richiesta l’astinenza da tali sostanze.
Una riflessione di partenza, rispetto al lavoro svolto è la definizione che l’OMS offre di “salute”: la salute non è semplicemente “assenza di malattia”, ma “realizzazione per tutte le donne e gli uomini di tutte le proprie potenzialità fisiche, psichiche, culturali e religiose.”
Diviene quindi doveroso attuare tutti quegli interventi sociali, culturali e politici in grado di salvaguardare la dignità e promuovere la fiducia in se stessi di tutti gli esseri umani, specialmente dei più fragili.
Da circa il 2008, l’ampliamento del target del progetto (non più solo tossicodipendenti ma anche alcolisti), nonché le nuove politiche italiane di contenimento dell’immigrazione clandestina e della sanità, hanno fatto sì che il nostro gruppo operativo si confrontasse con una popolazione e con problematiche nuove che hanno ampliato il concetto stesso di “riduzione del danno” che anima sin dalla sua nascita l’unità di strada.
I mezzi utilizzati e le strategie adottate che ci hanno permesso di sviluppare e attuare il progetto di riduzione del danno rivolto alla popolazione di riferimento, in breve, sono:
Tali attività vengono svolte con continuità e regolarità sul territorio della Stazione Tiburtina, attraverso la presenza quotidiana di due operatori in turno, con qualifiche professionali adeguate (medico, psicologo, OSS).
La metodologia è quella della ricerca attiva dell’utenza attraverso l’uso del furgone che rende possibile il raggiungimento degli utenti piuttosto che la loro attesa nel servizio. Il furgone, stazionando da anni nei soliti posti, è diventato nel tempo punto di riferimento per l’utenza interessata.
L’attuale postazione di questa Unità di Strada è a stazione Tiburtina, considerando però che l’utenza di riferimento si muove in uno spazio relativamente ampio, composto dalle zone di domicilio, dai Ser.D di riferimento, dai luoghi di frequentazione e aggregazione (metropolitane, piazze, stazioni, mense etc.), anche il nostro servizio svolge periodicamente attività di mappatura territoriale, con l’obiettivo di seguire i flussi di mobilità di questa utenza.